Diastasi addominale: come si svolge l’intervento chirurgico?

La diastasi addominale è una condizione medica impattante nei muscoli addominali piuttosto fastidiosa. Avviene quando il tessuto connettivo dislocato tra i muscoli retti dell’addome si allunga e si separa a causa di vari motivi. In questo caso, si forma un rigonfiamento tanto da sporgere visivamente dall’addome.

Purtroppo, tale problematica non è solo a livello estetico, bensì funzionale e salutare, tanto da compromettere il normale svolgimento delle mansioni quotidiane. Quando ciò si verifica, si rende necessario un intervento di diastasi addominale, al fine di risolvere il problema e di ripristinare la normale condizione di benessere.

La diastasi addominale è comunemente riscontrata nelle donne in gravidanza, a causa del peso del feto, ma può verificarsi anche negli uomini che hanno subito più interventi chirurgici all’addome, soffrono di obesità o svolgono lavori logoranti e pesanti.

Le opzioni di trattamento comprendono la semplice esecuzione di esercizi mirati a rinforzare l’addome trasversale, la fisioterapia o in ultima istanza l’intervento chirurgico. La prevenzione è fondamentale. Per esempio, per le donne in gravidanza si consiglia di adottare una postura corretta e di praticare per tutta la durata della gestazione degli esercizi per il pavimento pelvico.

I sintomi comunemente noti della diastasi addominale

Alcuni sintomi comuni della diastasi addominale sono lo sporgere di un rigonfiamento nella pancia, un sordo dolore lombare e una conclamata difficoltà nel coinvolgere i muscoli addominali per svolgere alcuni esercizi. Come abbiamo detto, questa situazione si può presentare a seguito di una gravidanza, dello sforzo eccessivo o a causa del sovrappeso.

Pertanto, anche se la diastasi addominale non è una condizione clinica pericolosa, va da sé che la sola presenza sia in grado di causare disagio nonché di interferire in maniera sostanziale con la normale vita sociale di una persona. Ma soprattutto, nei casi più gravi può portare a ernie e altre complicazioni.

Nonostante ciò, alcuni esercizi e trattamenti aiutano ad alleviare questo tipo di problema. Gli esercizi che si concentrano nel rafforzamento del core, come quelli proposti dal pilates o dallo yoga, favoriscono il rinforzo muscolare addominale andando a colmare il divario tra i muscoli laterali e frontali.

Sebbene la prevenzione sia perlopiù efficace, talvolta è necessario sottoporsi a un intervento chirurgico al fine di riparare la separazione dei muscoli. Per fortuna, si tratta di interventi microinvasivi che permettono dei tempi di recupero piuttosto veloci, a fronte di un assoluto riposo e un rispetto profondo della propria salute.

Quando si rende necessario l’intervento chirurgico: come funziona l’operazione?

Quando la diastasi addominale diventa una condizione non più sopportabile poiché ostacola il normale svolgimento delle attività quotidiane, si rende necessario un intervento chirurgico. In alcuni casi possono presentarsi dolori insistenti quali mal di schiena, costipazione o difficoltà respiratorie. Se i metodi non chirurgici, come la fisioterapia o l’uso di un indumento di sostegno, non riescono a migliorare la condizione, l’intervento chirurgico diventa l’unica soluzione.

L’intervento di diastasi addominale, noto anche come addominoplastica, prevede diverse fasi. Dopo un accurato controllo per valutare la pericolosità del rigonfiamento, il chirurgo procede con l’operazione praticando un’incisione sotto l’ombelico. L’azione è finalizzata a rimuovere la pelle e il grasso in eccesso dall’addome.

Successivamente, i muscoli indeboliti o separati vengono riavvicinati e ricuciti per rendere l’aspetto dell’addome naturalmente più piatto e tonico. In tal senso, esistono diversi tipi di addominoplastica, a seconda della gravità della diastasi e degli obiettivi estetici del paziente.

La più praticata, poiché la situazione clinica più comune, è la mini addominoplastica eseguita su pazienti che presentano una lieve separazione o un minimo eccesso di pelle sotto l’ombelico. Già dal nome possiamo immaginare come questa operazione sia poco invasiva, infatti comporta un’incisione piccola e una cicatrice quasi impercettibile.

Ciononostante, questo tipo di intervento non riguarda la parte superiore dell’addome. Per quella parte si rende necessaria l’addominoplastica completa, la quale essendo più estesa favorisce la correzione della diastasi addominale sia superiore sia inferiore.

In casi di evidente rigonfiamento, può intervenire anche al fine di riposizionare correttamente e in maniera simmetrica l’ombelico, con conseguente rassodamento della pelle e dei muscoli intorno ad esso. Questa formula richiede dei tempi di recupero maggiori rispetto alla soluzione mininvasiva.

A seguito dell’intervento il paziente dovrà indossare un indumento compressivo per sostenere i tessuti in via di guarigione e soprattutto evitare di fare fatica, in cambio di un riposo assoluto. Inoltre, dovrà seguire una dieta equilibrata e svolgere una routine di esercizi dolci, utili a potenziare l’effetto di tonicità dei tessuti trattati.

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